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Crème de la crème: incontriamo le aziende che producono i cosmetici a deforestazione zero

Crème de la crème: incontriamo le aziende che producono i cosmetici a deforestazione zero

“Ingredienti” è una parola che la maggior parte di noi associa al cibo e facciamo molta attenzione a quelli che sono presenti nei pasti e negli snack che consumiamo e che quindi introduciamo nel nostro corpo. Tuttavia, non prestiamo la stessa attenzione agli ingredienti che sono nei prodotti che invece applichiamo sul nostro corpo. I cosmetici contengono spesso molti prodotti chimici, per alcuni dei quali è stato dimostrato che irritano la pelle, mentre altri sono stati associati a cancro e problemi riproduttivi. Sono inoltre legati alla deforestazione, in quanto contengono olio di palma.

Da tempo i cosmetici naturali rappresentano un’alternativa, ma anche un’eccezione, piuttosto che la regola. Oggi sta emergendo una nuova generazione di fornitori di cosmetici completamente naturali, a deforestazione zero, che propongono ingredienti per prodotti idratanti, burri per il corpo, oli per capelli e una miriade di altri prodotti che si stanno imponendo sui marchi occidentali. Un altro punto a favore è l’interesse dei consumatori per i prodotti di bellezza sostenibili: secondo un sondaggio condotto a livello globale, due terzi degli acquirenti considera la sostenibilità un fattore determinante quando fa spese. Anche le politiche dei governi fanno la differenza. In particolare una legge dell’UE, unica nel suo genere, metterà al bando le importazioni di merci legate alla deforestazione a partire dalla fine del 2024.

Per saperne di più ne abbiamo parlato con due diversi produttori di ingredienti per cosmetici naturali in due diverse parti del mondo. BioTara opera in Suriname e Brasile ed è stata fondata da John Goedschalk, un dirigente proveniente dalla finanza che ha scelto di diventare imprenditore e da quasi dieci anni è Executive Director di Conservation International Suriname. Dirk-Jan Oudshoorn, CEO e fondatore di Forestwise in Indonesia, prima di mettere in piedi la sua attività, ha lavorato nella gestione delle filiere di approvvigionamento e come responsabile di progetto per fondazioni di beneficenza.

 

Perché creare aziende che producono ingredienti per cosmetici naturali?

John Goedschalk, BioTara: Sono un economista, ma anche un ambientalista e un imprenditore. La domanda alla quale cerco di rispondere chiama in causa tutte e tre queste discipline: in che modo è possibile far sì che le superfici forestali valgano più delle aree disboscate per le comunità? Un modo per realizzare questo obiettivo è sviluppare cosmetici naturali che utilizzino gli oli chiarificati ottenuti da frutta a guscio selvatica. Questo processo non prevede la deforestazione, in quanto tali prodotti vengono semplicemente raccolti dagli alberi. In Brasile si usa appunto la noce del Brasile. Un albero di medie dimensioni ne produce all’incirca 40 chilogrammi all’anno e gli addetti alla raccolta con cui lavoriamo sono autorizzati a prenderne la metà, per consentire alla coltura di rigenerarsi.

Siamo redditizi e ciò che facciamo è vantaggioso sia per le popolazioni locali sia per il pianeta. Oggi, conservando le superfici boschive, le comunità guadagnano di più

Dirk-Jan Oudshoorn, Forestwise: Noi lavoriamo con le noci di illipe, di kukui e altre. La raccolta di semi e frutta a guscio per i cosmetici fornisce un’alternativa economica concreta alle popolazioni locali. Le altre opzioni a loro disposizione sono legate a gomma, olio di palma e ad altre fonti di deforestazione, il che vuol dire che alla fine resteranno senza reddito perché non avranno più foreste. Forestwise è nata sei anni fa. Siamo redditizi e ciò che facciamo è vantaggioso sia per le popolazioni locali sia per il pianeta. Oggi, conservando le superfici boschive, le comunità guadagnano di più.

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Quali ingredienti producete per i cosmetici naturali e quali benefici offrono?

John Goedschalk: L’olio estratto dalle noci del Brasile ha un contenuto naturale di selenio superiore a qualsiasi altra frutta a guscio o alimento; è un antiossidante che elimina i minerali pesanti dal nostro corpo ed è ottimo per i capelli, perché li rende brillanti e dà loro volume. Ha un effetto antietà sulla pelle e la rende elastica. L’olio di Babassu è uno straordinario emulsionante ed emolliente. Il valore delle vendite ammonta a circa 1,5 miliardi di dollari all’anno e i cosmetici a base di Babassu disponibili online sono davvero molti. Devo anche citare l’olio di copaiba; ottimo per ferite, ulcere, punture di insetti, dermatiti, psoriasi o forfora e perdita di capelli.

L’olio di Babassu è uno straordinario emulsionante ed emolliente. Il valore annuo delle vendite è di circa 1,5 miliardi di dollari

Dirk-Jan Oudshoorn: Anche l’olio di kukui è fantastico per i capelli. Le persone in Indonesia dicono che previene la perdita di capelli e ne arresta l’ingrigimento. Il burro di illipe ha eccellenti proprietà idratanti. È inoltre ottimo per guarire la cute da graffi, ferite o ustioni solari. Lo dico per esperienza personale.

 

Quali modelli di business adottate con le comunità locali?

Dirk-Jan Oudshoorn: Noi compriamo le noci dagli agricoltori al doppio del prezzo di mercato, un grande incentivo a entrare nel settore. La lavorazione delle noci avviene in uno stabilimento sul posto. Riusciamo a fare profitti malgrado paghiamo prezzi elevati per la materia prima. Un raccolto di noci di illipe per il proprietario di un terreno di due ettari può fruttare fino a 1’000 chilogrammi – pari a sei mesi di salario – e può essere realizzato ogni due o tre anni. Tuttavia, in questo intervallo di tempo è possibile diversificare le colture con altri prodotti a rotazione annuale utilizzati nei cosmetici naturali, come noci di kukui, palme da zucchero e noci di cocco.

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John Goedschalk: Il mio desiderio era trovare opportunità economiche che fossero culturalmente adeguate. Gli oli selvatici soddisfano questo requisito perché le piante sono già presenti in loco. Le comunità possono raccogliere le noci, ma hanno bisogno di aiuto per estrarre l’olio, data l’estrema durezza dei gusci. Ho progettato una macchina in grado di farlo: rompe 15 noci alla volta. Sosteniamo le comunità installando stabilimenti e trattenendo un margine del 25% sui ricavi. Questo garantisce loro un salario giornaliero di 30 dollari, che è di gran lunga superiore alla media di Suriname. Abbiamo contratti di compravendita a lungo termine per dare stabilità alle comunità. Anche gli accordi di modesta entità con grandi aziende possono aiutare queste comunità a sostenersi autonomamente, fornendo al contempo a tali aziende i prodotti di cui hanno bisogno in linea con i cambiamenti normativi in materia di deforestazione.

 

In che modo riuscite ad assicurare la tracciabilità e a garantire che i prodotti siano a deforestazione zero?

John Goedschalk: Utilizziamo software di tracciabilità e trasparenza che garantiscono la conformità alle norme UE. Gli agricoltori hanno una borsa con un codice QR collegato alla loro identità. La borsa è assegnata a un lotto di alberi dal quale sono autorizzati a raccogliere le noci. Le noci vengono scansionate durante la lavorazione, l’essiccazione e lo stoccaggio e i dati vengono caricati in un sistema blockchain ospitato da IBM. Chiunque acquisti da noi può scansionare il codice a barre e vedere da dove provengono gli ingredienti.

La nuova normativa UE sulla deforestazione ci ha aiutato a firmare un accordo con un grande distributore di noci di illipe che cercavamo di concludere da anni

Dirk-Jan Oudshoorn: Utilizziamo un’app per verificare la tracciabilità. Gli agricoltori si iscrivono e registrano il loro terreno. Quando vendono a noi, il prodotto è associato al loro profilo e le noci vengono contrassegnate con un’etichetta. L’etichetta resta sul prodotto anche dopo la raffinazione, così i compratori possono vedere l’origine dell’olio che acquistano. Questo livello di tracciabilità è fondamentale non soltanto per ottemperare alle disposizioni di legge, ma anche per attrarre grandi distributori e marchi. La nuova normativa UE sulla deforestazione ci ha aiutato a firmare un accordo con un grande distributore di noci di illipe che cercavamo di concludere da anni.

 

Qual è il grado di interesse che avete riscontrato da parte dei grandi marchi?

Dirk-Jan Oudshoorn: Abbiamo molti contratti in Europa e negli Stati Uniti. Lavoriamo con diversi grandi distributori che a loro volta lavorano con i marchi globali. Alcuni compravano l’illipe da altri fornitori, ma adesso lo acquistano da noi. In questo modo saremo presenti in molti altri marchi europei della cosmesi. In questo momento, comunque, per noi la scala è cresciuta grazie soprattutto al settore alimentare. I volumi stanno improvvisamente decuplicando e i nostri margini lievitano. Illipe è disponibile alla metà o anche a un terzo del prezzo del cacao, dopo le recenti impennate,7 e il punto di fusione elevato lo rende un’ottima alternativa al burro di cacao.

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John Goedschalk: Le aziende all’avanguardia sono consapevoli che acquistare direttamente dalle comunità è l’unico modo per tutelarsi rispetto ai problemi di tracciabilità legati alla deforestazione: una filiera piena di intermediari rende tutto molto più difficile. Lush e il marchio brasiliano di cosmetici Natura sono interessati a lavorare con le comunità locali, ma la formazione degli agricoltori non fa per loro, per cui ci sono grandi spazi per operatori come noi. Diamo alle comunità accesso a tecnologia, infrastrutture e mercati. In questo momento stiamo anche raccogliendo capitali.

Le aziende all’avanguardia sono consapevoli che acquistare direttamente dalle comunità è l’unico modo per tutelarsi rispetto ai problemi di tracciabilità legati alla deforestazione

Qual è il potenziale di mercato degli ingredienti per cosmetici naturali?

Dirk-Jan Oudshoorn: Per quanto concerne olio di kukui, palme da zucchero e olio di cocco l’offerta potenziale è enorme. Per quanto concerne le noci di illipe, al momento raccogliamo il 2% circa delle disponibilità, per cui potremmo aumentare la scala anche di 50 volte. Tutto avviene nel rispetto delle pratiche di raccolta sostenibili, lasciando sugli alberi almeno il 20% delle noci per favorire la rigenerazione. A Kalimantan ci sono molti terreni incolti che potrebbero essere rimboschiti, anche con l’illipe ad esempio. Le persone desiderano prodotti sostenibili. Qualcuno è disposto a pagare di più per averli, ma non tutti possono permetterselo. Le tasse sul carbonio potrebbero creare condizioni uniformi. Il burro di karité si può acquistare a prezzi molto più abbordabili, ma forse non è a deforestazione zero.

John Goedschalk: Il movimento a favore dei cosmetici naturali è enorme. I consumatori sono pronti a pagare di più per lo stesso prodotto se questa cosa è positiva per il pianeta.8 Le associazioni di cosmetici verdi stanno promuovendo la sostenibilità degli approvvigionamenti e i grandi gruppi stanno andando in questa direzione. Le aziende di cosmetici devono capire che questo non è semplicemente nel loro interesse, ma che è loro responsabilità utilizzare a fin di bene il potere derivante dalla propria catena di forniture. Non avranno niente da perdere nel farlo, in quanto potranno raccontare una storia fantastica sui loro prodotti e su come hanno risolto uno dei principali problemi del pianeta che avrebbe pesato sulle generazioni future


 

16 Toxic Chemicals To Avoid In Cosmetics And Skincare – SkinKraft
The Toxic Twelve Chemicals and Contaminants in Cosmetics | Environmental Working Group (ewg.org)
What is the Environmental Impact of the Beauty Industry? (cleanhub.com)
Consumers’ Sustainable Beauty Attitudes | Global Cosmetic Industry (gcimagazine.com); Survey Reveals Growing Consumer Interest in Environmentally Conscious Beauty Products - Environment+Energy Leader
Deforestazione - Consilium (europa.eu); Il nuovo regolamento UE sulla deforestazione - see the wood for the trees - Lexology
Palm kernel or babassu oil, crude | OEC - The Observatory of Economic Complexity
Chocolate: Cocoa price hits record high as El Niño hurts crops - BBC News
Consumers say their environmental concerns are increasing due to extreme weather; study shows they’re willing to change behavior, pay 12% more for sustainable products | Bain & Company

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