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La natura, il nostro bene più prezioso

La natura, il nostro bene più prezioso

Articolo pubblicato su Le Temps, 4 settembre 2023

Negli ultimi anni, le organizzazioni hanno cercato in misura crescente di comprendere il legame tra la nostra economia e la natura. Quest’anno PwC ha segnalato che oltre la metà (55%) del prodotto interno lordo (PIL) mondiale– l’equivalente di 58.000 miliardi di dollari – dipende moderatamente o fortemente dalla natura, a fronte dei 44.000 miliardi di dollari del 2020. Il rapporto ha evidenziato che il deterioramento degli habitat naturali metterà seriamente a rischio l'economia globale e la società nel suo complesso, a meno che le organizzazioni non rivedano sin da ora le proprie prassi.

 

Ripensare la nostra economia

Secondo alcune stime riportate in un recente lavoro di ricerca della BCE, circa il 72% delle aziende che operano nell’area dell’euro è fortemente dipendente dalle risorse naturali, mentre quasi il 75% dei prestiti aziendali erogati dalle banche nell’Eurozona è destinato a imprese che dipendono in misura considerevole dai servizi ecosistemici forniti dalla natura.

Tale analisi evidenzia quanto la nostra economia sia legata alla natura che, essendo molto più di un bene economico, ha un valore reale spesso sottostimato. Riuscite a immaginare un mondo senza la natura? Impossibile. È grazie alla natura che esistiamo. La natura è indubbiamente il capitale più importante di cui disponiamo ed è la quintessenza della vita umana. Tuttavia, la nostra economia è cresciuta depauperandola e il sistema finanziario sofisticato oggi vigente non ha mai investito nel nostro bene più prezioso.

È tempo di ripensare la nostra economia. La crisi climatica e della biodiversità così come le crescenti disuguaglianze socio-economiche sono conseguenze dello stesso problema: il nostro sistema economico. È ora di implementare un nuovo paradigma che ponga la natura al centro della nostra economia e renda possibile la transizione ambientale. Per proteggere la natura, e per estensione la nostra casa, tale paradigma deve essere compreso e valorizzato, ma anche reso un bene su cui investire.

È ora di implementare un nuovo paradigma che ponga la natura al centro della nostra economia e renda possibile la transizione ambientale

Collegare natura e finanza

Un’azione fondamentale che le aziende possono intraprendere per accelerare questa transizione è assumere un Responsabile per la Natura – un Chief Nature Officer (CNO) – con il compito di creare un collegamento tra natura e finanza. Quando si tratta di valorizzare la bioeconomia circolare, le banche e i gestori degli investimenti hanno un potere enorme e, di conseguenza, svolgono un ruolo importante per proteggere questo nuovo modello economico. Hanno la possibilità di attuare il cambiamento su vasta scala indirizzando il capitale nelle direzioni desiderate, ma è importante che si comprenda appieno come farlo efficacemente.

Ed è qui che un ruolo dedicato, radicato nella scienza e nella ricerca, assume un’importanza cruciale. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento esponenziale delle assunzioni di Chief Sustainability Officer (CSO), ossia di dirigenti responsabili della strategia ambientale complessiva di un’azienda. Secondo la ricerca di PwC, nel 2021 il numero di CSO è triplicato, a testimonianza che il ruolo è sempre più valorizzato e supportato ai massimi livelli delle organizzazioni.

 

Il futuro del Chief Nature Officer

Ci auguriamo che il Chief Nature Officer segua un percorso analogo. Deve operare a stretto contatto sia con il team di alti dirigenti che affiancano il CEO che con il CSO e i professionisti degli investimenti, mirando a costruire strategie incentrate sulla natura e implementate in ogni divisione aziendale. Inoltre, il CNO deve perorare la causa della natura, il nostro bene più prezioso, fornendo una chiave di lettura della nostra dipendenza economica dalle risorse naturali, ma anche individuando le opportunità che le soluzioni basate sulla natura e la bioeconomia circolare ci offrono per realizzare la transizione verso un mondo che rispetti l’ambiente e non stravolga il clima. La nostra ricerca mostra che la transizione ambientale è già iniziata: adoperare l’analisi per individuare opportunità d’investimento potrebbe davvero consentire di generare rendimenti superiori negli anni a venire.

Il principale bacino di assorbimento di carbonio

Per proteggere il nostro futuro, sia in termini ecologici che economici, dobbiamo attribuire alla crisi della biodiversità la stessa importanza che attribuiamo alla crisi climatica: la natura è il principale bacino di assorbimento di carbonio di cui disponiamo. Tuttavia, essa potrà svolgere la sua funzione solo se i nostri ecosistemi naturali sono sani, resilienti e sufficientemente diversificati dal punto di vista biologico. Investire nella biodiversità è un prerequisito per garantire che la natura svolga un ruolo centrale nel mitigare il cambiamento climatico. Dovremmo considerare il sequestro del carbonio da parte della natura non come un obiettivo, ma come la conseguenza di un investimento nella natura.

Per proteggere il nostro futuro, sia in termini ecologici che economici, dobbiamo attribuire alla crisi della biodiversità la stessa importanza che attribuiamo alla crisi climatica

Molte delle soluzioni necessarie per compiere la transizione verso un’economia più circolare, snella, inclusiva e pulita (CLIC®) esistono già. La sfida è far crescere la finanza in modo da liberare il potenziale di trasformazione che tali soluzioni esprimono. Puntare sulle competenze di un Chief Nature Officer è un grosso passo avanti verso il raggiungimento di questo obiettivo.

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Questo è un documento pubblicato da Banca Lombard Odier & Co SA (di seguito "Lombard Odier"). Esso non è destinato alla distribuzione, pubblicazione o uso in una giurisdizione in cui tale distribuzione, pubblicazione o uso sarebbe illegale, né si rivolge a persone o entità a cui sarebbe illegale sottoporre tale documento. Il presente documento non è pubblicato dal dipartimento di ricerca di Lombard Odier.

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