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Alberica Brivio Sforza: flessibilità e sostenibilità le carte vincenti di Lombard Odier
Intervista pubblicata su ESG News, 14 settembre 2022
Ha preso le redini, per l’Italia, della prestigiosa banca privata in un periodo molto particolare, sia per il contesto geopolitico e dei mercati mondiali, sia per quanto sta avvenendo in Italia con la crisi di governo. Alberica Brivio Sforza, da un anno managing director in Italia della banca svizzera Lombard Odier, è convinta che le prospettive siano promettenti. Nonostante il periodo non facile, ritiene vi siano diversi elementi che potranno favorire un rafforzamento e sviluppo dell’attività del gruppo in Italia.
“La nostra caratteristica è quella di essere una boutique totalmente focalizzata sul cliente e con la flessibilità e le possibilità di definire soluzioni su misura, che solo le realtà più specializzate riescono a offrire. Al contempo”, osserva la manager, “abbiamo una solidità e una storia così radicate, date dai 226 anni di attività, che ci consentono di presentare una grande affidabilità per i clienti”.
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Brivio Sforza porta una lunga esperienza nel settore dell’investment e private banking, come responsabile dell’area wealth management e key client di BNP Paribas Private Banking e poi managing director di JP Morgan Private Banking in Italia. Lombard Odier gestisce 309 miliardi di euro di asset e conta su 2.675 dipendenti, con una presenza globale dalle principali città europee, a Hong Kong e Singapore in Asia, agli Emirati Arabi e al Sudamerica. Lo standing internazionale si unisce a una governance guidata da 7 Managing Partner, di cui due ancora discendenti dalle famiglie dei fondatori, una di origine italiana.
Lombard Odier è anche uno dei leader degli investimenti sostenibili, settore in cui la banca ha investito da anni, che permette di presentare soluzioni all’avanguardia in termini di scelte di portafoglio. “Per la banca la sostenibilità rappresenta la Seconda rivoluzione industriale. È quindi la lente utilizzata per la selezione e l’analisi di tutti i titoli” precisa la banker in questa intervista a ESG News in cui delinea le strategie del gruppo in Italia.
Il suo arrivo, peraltro in un momento complesso per il mercato, coincide con la volontà di un ingresso più determinato di Lombard Odier sul mercato italiano. Quali sono le vostre ambizioni e i programmi di crescita nel Paese?
Se posso fare una battuta nel settore c’è chi sostiene che le iniziative di risparmio gestito partite nei momenti peggiori siano sempre andate bene. Per quanto riguarda Lombard Odier, nella banca la clientela italiana è sempre stata non irrilevante. La branch di Milano, tuttavia, è partita abbastanza recentemente. Il mio arrivo segna la volontà da parte della banca di entrare in Italia con una convinzione forte e quindi con capitale e risorse dedicate.
Ho presentato un business plan di crescita, che prevede una serie di assunzioni. La prima è stata quella di Manuela Maccia, come responsabile degli investimenti per la realtà italiana. È importante che i clienti possano interfacciarsi con un profilo senior, che gestisce il loro portafoglio. E poi stiamo assumendo anche private banker di alto profilo.
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È importante per voi il ruolo dei consulenti finanziari?
Per noi è fondamentale. Nel nostro modello di servizio, il private banker è colui che crea la relazione con il cliente, che dal gestore cerca risposte, qualcuno in grado di spiegare i trend dei mercati finanziari e di proporre idee e opportunità. L’obiettivo della branch italiana è servire una clientela di alto spending fornendo consulenza attraverso un rapporto diretto tra i banker, dipendenti e il cliente stesso.
Sul mercato italiano c’è sempre più competizione da parte dei gruppi esteri. Cosa vi distingue?
Nel nostro modello di business il cliente è veramente al centro. Banche che si rivolgono a clientela di alto livello ce ne sono tante, ma la vera differenza sta oggi nella sempre più marcata distinzione tra le grosse banche universali, ormai veri e propri colossi, e le private bank focalizzate. Dopo la crisi finanziaria, dal 2008 ad oggi, i grandi istituti hanno dovuto adeguarsi a una regolamentazione sempre più stringente. E come conseguenza, le soluzioni che propongono ai clienti rischiano di essere eccessivamente rigide e standardizzate.
Boutique specializzate come Lombard Odier hanno invece la possibilità, grazie ad una dimensione più contenuta e a un management imprenditoriale, di servire il cliente con minori restrizioni, in modo personalizzato e adatto alle singole esigenze. Anche perché alle spalle abbiamo una realtà forte, basata su tre pilastri: persone, tecnologia e sostenibilità.
Iniziamo dalle persone e dalla tecnologia…
Il gruppo ha da sempre investito sulle capacità di investimento, ossia gli oltre 400 professionisti dedicati solo alla parte di analisi e scelte di portafoglio, distinti dai professionisti dedicati agli aspetti relazionali o di controllo. Un motore di investimento molto potente composto di team di professionisti di alto profilo, con all’interno tutte le competenze per gestire al meglio le diverse asset class e i portafogli dei nostri clienti. Buona parte degli investimenti avvengono attraverso la selezione diretta dei titoli, anche se inseriamo in portafoglio anche prodotti di terzi o quelli della nostra società di asset management, focalizzata su precise aree tematiche. Altro aspetto molto importante è quello della tecnologia che deve essere all’avanguardia. La banca ha investito molto per avere un sistema integrato, proprietario, avanzato, tant’è che è utilizzato anche da banche terze. Abbiamo un’unica piattaforma che permette di gestire le operazioni dalla profilazione alla rendicontazione.
Il terzo pilastro è quello della sostenibilità. Come inserite i fattori ambientali, sociali e di governance nella vostra analisi di portafoglio?
Prima di molti altri, già dal 1997, in Lombard Odier hanno intuito che la sostenibilità sarebbe diventata quella che loro chiamano oggi la “seconda rivoluzione industriale”. L’idea di fondo è che o si investe seguendo i criteri di sostenibilità, oppure i portafogli non otterranno i rendimenti attesi.
È stato quindi costituito un team di specialisti, a oggi circa 30 professionisti che hanno competenze scientifiche specifiche su vari temi e che spesso provengono dall’Università di Oxford con cui abbiamo la prima partnership accademica per la finanza sostenibile. I nostri esperti studiano il modo migliore per valutare il profilo ESG delle aziende, creando il proprio sistema di analisi per non basarsi solo sugli score delle varie agenzie. Il centro Ricerca, Strategia & Stewardship per l’Investimento Sostenibile (SIRSS) è estremamente innovativo. Non a caso siamo stati il primo wealth e asset manager a livello mondiale ad ottenere la certificazione B-Corp nel 2019.
Qual è il vostro approccio e le vostre capacità distintive per quanto riguarda le tematiche ESG? E gli investimenti sostenibili che peso possono avere in questo scenario nei portafogli?
Noi non offriamo una gestione sostenibile perché in realtà in tutto quello che facciamo lo sguardo alla sostenibilità è già incorporato. Questa è una vera evoluzione dell’approccio. In Lombard Odier non esiste il concetto di trade off tra sostenibilità e rendimento, ma le società che si pensa siano destinate ad avere futuro sono solo quelle sostenibili.
Abbiamo creato un modello di analisi sintetizzato nell’acronimo CLIC® (Circular, Lean, Inclusive e Clean), che riprende il concetto di economia circolare, efficiente, inclusiva e pulita, e che individua le aziende che allineano la loro strategia agli SDGs e alla tassonomia europea.
Le società vengono esaminate sotto tre punti di vista: quelle che riducono il riscaldamento climatico, quelle neutrali e quelle che invece lo aumentano fortemente.
Tra i vari tools CLIC® che abbiamo, uno molto forte è LOPTA, Lombard Odier Portfolio Temperature Alignment che permette di misurare quanto un’azienda si allinea al target degli accordi di Parigi.
Avete sviluppato un approccio che valorizza la difesa del Capitale Naturale negli investimenti. In cosa consiste, come si traduce nelle scelte di portafoglio e come misurare l’impatto?
Preservare la natura è fondamentale per il futuro dell’umanità. Il capitale naturale si focalizza sulla preservazione e l’utilizzo corretto delle risorse naturali. Ci concentriamo sulle quattro tematiche più importanti: bioeconomia circolare, utilizzo efficace delle risorse (tecnologia e innovazione), gestione efficiente e zero rifiuti. E cerchiamo aziende che favoriscono queste trasformazioni, dai biomateriali all’industria 4.0, alle modalità di consumo, fino ad arrivare allo zero rifiuti che vuol dire ripensare la catena di approvvigionamento e di smaltimento per non buttare, ma riciclare.
Una delle sfide più drammatiche dei prossimi anni sarà quella alimentare. Avete recentemente lanciato un fondo focalizzato su questi temi. Come investe su quali società punta e che tipo di impatto potrà avere nel migliorare le tensioni?
È una strategia azionaria molto recente, lanciata a inizio luglio, attraverso la quale cerchiamo aziende che permettano di affrontare la sfida alimentare, senza superare i limiti del pianeta, ovvero senza l’utilizzo improprio delle risorse del pianeta. Esaminiamo le aziende rispetto a tre assi: produzione alimentare sostenibile (acquicoltura, fertilizzanti), soluzioni abilitanti nel mondo agricolo e della tecnologia e la parte relativa ai consumi (distribuzione, produzione alimentare, ristorazione). Sono tutti fondi azionari globali a convinzione forte, abbastanza concentrati.
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Come vede l’evoluzione del business delle gestioni patrimoniali, in particolare per il wealth management?
L’Italia ha un mercato ampio, forse uno dei mercati più ampi tra i vari Paesi in Europa. Un mercato molto competitivo, che sta cambiando direzione per quanto riguarda la scelta dei clienti, ma anche dei professionisti che stanno cercando sempre di più realtà più flessibili, più attente al singolo cliente, con più capacità di esprimersi per quanto riguarda il consulente. Per cui l’approccio boutique è un trend che si amplierà molto nel futuro e probabilmente questa crisi che stiamo vivendo potrebbe spingere molto.
L’Italia è il Paese del risparmio. Però è una ricchezza che si è creata negli anni passati o che si sta ancora generando?
Gran parte del risparmio in Italia è legato alle PMI che sono il vero motore della creazione di ricchezza del Paese. I grandi patrimoni sono legati sia al flusso di dividendi delle aziende più performanti o a parziali o completi smobilizzi attraverso operazioni di cessione. Noi analizziamo ogni operazione di creazione di liquidità e il flusso è costante. Ma non si tratta solo di aziende storiche che vengono vendute. Incontriamo clienti giovani, quarantenni, che hanno già parzialmente venduto la società che hanno fondato loro. Per cui questo spirito imprenditoriale italiano inizia a vedersi anche nelle generazioni più giovani, in settori più come il tech o il fashion.
informazioni importanti.
Questo è un documento pubblicato da Banca Lombard Odier & Co SA (di seguito "Lombard Odier"). Esso non è destinato alla distribuzione, pubblicazione o uso in una giurisdizione in cui tale distribuzione, pubblicazione o uso sarebbe illegale, né si rivolge a persone o entità a cui sarebbe illegale sottoporre tale documento. Il presente documento non è pubblicato dal dipartimento di ricerca di Lombard Odier.
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